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Nel 2020 il testo teatrale di Ci scusiamo per il disagio è stato tradotto in spagnolo grazie al progetto internazionale Italia-Cuba "Que no baje el telon", che prevede la ristrutturazione e la valorizzazione dell'ISA, l'Università delle Arti di Cuba che Fidel Castro fece costruire per dare un luogo agli artisti della Rivoluzione e che coinvolge DiDa, il Dipartimento dell'Università di Architettura di Firenze, l'AICS, l'Agenzia Internazionale di Cooperazione per lo Sviluppo e il Ministero di Cultura di Cuba. Il testo farà parte dell'antologia "Que se levante el telòn", una raccolta di drammaturgia contemporanea curato da Saverio Mecca e Osvaldo Cano, che comprende otto autori italiani e otto cubani.

Nel 2021 poi, a novembre, Gli Omini sono arrivati a L'Avana grazie all'Università di Firenze e l'Ambasciata d'Italia a Cuba.

In occasione della Settimana della cultura italiana a Cuba, nel novembre del 2021, Giulia Zacchini è andata in spedizione a L'Avana per cominciare i lavori su un Gran Glassè caraibico. La drammaturga de Gli Omini ha tenuto insieme al regista Alexis Diaz de Villega un laboratorio di sei giorni per quindici attori e musicisti dell'ISA, alcuni frequentanti il primo anno, altri attori professionisti della compagnia Impulso Teatro. Il laboratorio si è dedicato alla cubanizzazione del testo e della musica e alla messa in scena di un estratto di mezz'ora. Nella giornata del 25 novembre 2021 la selezione cubana di Gran Glassè ha riaperto gli spazi in disuso della scuola teatrale dell'ISA facendo ridere e ballare ambasciatori e curiosi.

Obiettivo finale del progetto è quello di riallestire a Cuba l'intero Gran Glassè. RUMBA!

Esattamente un anno dopo, Gli Omini sono tornati a La Habana in formazione completa. Per riprendere i lavori con gli attori di Impulso Teatro. Molte cose sono cambiate nel frattempo, una su tutte, la più tragica, la morte di Alexis, regista che un anno prima aveva iniziato i lavori su Gran Glassè con Giulia e fondatore della compagnia stessa. Riprendere in mano il testo e continuare il lavoro che era partito insieme a lui, è stato doppiamente emozionante.

Le discussioni sui significati, il continuo mescolio di due culture diverse, lo scambio caloroso di idee e volontà, l’analisi dei luoghi e dei personaggi per trovare le corrispondenze cubane. E poi l’amicizia, il rum, il Malecón, in un posto in cui non esistono certezze, nulla è scontato. Neanche la carta igienica. È stato tutto molto intenso e formativo. Sia come autori che come esseri umani.

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